Abu Mazen vede il ministro della Difesa Gantz: per la prima volta in Israele dopo anni
Rossella Tercatin La Repubblica 29 dicembre 2021
Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese a casa del membro del governo dello Stato ebraico a Rosh Haayin vicino a Tel Aviv. Al centro dei colloqui la cooperazione in materia di sicurezza ed economia, ma anche iniziative legate alla vita civile nei Territori palestinesi, in quelle che nel comunicato ufficiale del ministro israeliano sono state descritte come “misure volte alla costruzione di fiducia”. Critiche da Hamas e dall’opposizione guidata da Netanyahu
GERUSALEMME – L’ultima volta era stato per il funerale di Shimon Peres nel 2016, ma per ritrovare un colloquio diplomatico di livello simile bisogna risalire al 2010, nella residenza dell’allora premier Benjamin Netanyahu nell’ambito dei colloqui di pace promossi dall’amministrazione Obama. Un’altra era.
Non è di un accordo di pace che hanno parlato Gantz e Abu Mazen, ma il faccia a faccia è comunque considerato molto significativo. I due si erano già visti ad agosto a Ramallah: al centro di entrambi i colloqui cooperazione in materia di sicurezza ed economia, ma anche iniziative legate alla vita civile nei Territori palestinesi, in quelle che nel comunicato ufficiale del ministro israeliano sono state descritte come “misure volte alla costruzione di fiducia”.
Ho incontrato il presidente dell’AP, Mahmoud Abbas,” ha commentato Gantz su Twitter. “Abbiamo discusso dell’attuazione di misure economiche e civili e abbiamo sottolineato l’importanza di rafforzare il coordinamento in tema di sicurezza e prevenzione di terrorismo e violenza, per il benessere sia degli israeliani sia dei palestinesi.”
“Il Presidente Abbas ha incontrato il Ministro Gantz, e hanno discusso dell’importanza di creare un orizzonte politico che porti a una soluzione politica nel rispetto delle risoluzioni di legittimità internazionale,” le parole del consigliere di Abu Mazen Hussein al-Sheikh, ministro per gli Affari civili dell’ANP, che ha partecipato alla riunione.
In seguito al colloquio, il Ministero della Difesa israeliano ha approvato la regolamentazione dello status di 6.000 palestinesi residenti in Cisgiordania e 3.500 a Gaza, nonché il trasferimento di un anticipo del valore di cento milioni di shekel delle tasse che lo Stato ebraico riscuote per conto dell’ANP – dazi doganali, IVA e imposte sul reddito dei palestinesi che lavorano in Israele, come stabilito dagli accordi di Oslo. Inoltre, Gerusalemme concederà varie centinaia di permessi di ingresso per uomini d’affari e funzionari dell’Autorità.
Abu Mazen e Gantz hanno anche discusso possibili ulteriori misure volte soprattutto a rafforzare l’economia palestinese, che versa in uno stato di grave crisi, come l’abbassamento delle tariffe legate al trasferimento di carburante e l’incremento del numero di permessi di lavoro in Israele.
I due hanno affrontato il tema delle recenti tensioni in Cisgiordania: nelle ultime settimane, un venticinquenne israeliano è stato ucciso da fuoco palestinese vicino all’avamposto illegale di Homesh e si sono verificati diversi attacchi di civili israeliani provenienti dagli insediamenti contro civili palestinesi. Anche l’IDF è intervenuto per sedare proteste violente. A fine novembre un altro giovane israeliano era stato ucciso da un terrorista palestinese a Gerusalemme mentre si recava al Muro del Pianto.
L’incontro tra Abu Mazen e Gantz è stato condannato da Hamas, organizzazione terroristica che governa la Striscia di Gaza, che ha definito il colloquio “una coltellata all’Intifada.” Anche l’opposizione israeliana, guidata da Netanyahu, ha duramente criticato il faccia-a-faccia.